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Visualizzazione dei post da novembre, 2010

bucce d'arancia, uno scarto?

Autunno. Non aspettatevi la solita retorica sull'autunno: le giornate si accorciano, arrivano brume e nebbie, l'inverno è alle porte, l'estate ed i bagni di sole (e mare) sono solo un ricordo ecc ecc. Tutto vero, ma guardate i colori che ci circondano: i rossi delle mele e delle melagrane, i gialli dei limoni, i verdi dei broccoli, gli arancioni di arance, clementine, mandarini e cachi. Una gran bella tavolozza, insomma! E che profumi... La prima volta che feci i canditi...sperimentai la ricetta dei marrons glacés (in fondo sempre di canditi si tratta)! Sì, lo so, amo partire in quarta! Devo anche dire che mi vennero benino, il gusto era ottimo, consistenza ed aspetto un po' meno... (poi sono migliorata, ma quest'anno non li ho fatti quindi non aspettatevi un post!) Dai marroni alle bucce d'arancia candite è stato un gioco da ragazzi ed ora, i canditi, li faccio quasi ad occhi chiusi (nel senso letterale: me li sono dimenticati più di una vo

gira e rigira... confettura natalizia

Gira e rigira... arrivo sempre a qualcosa di dolce! Gira e rigira... cos'è che si rimesta in continuazione? (No, non è la polenta!). Questa confettura l'ho voluta chiamare “natalizia” perché, oltre all'uso di ingredienti invernali come agrumi e  pere ( ancora? Che ci posso fare se sono di stagione? e non crediate che sia l'ultima... ), prevede l'utilizzo delle spezie, che io associo inevitabilmente al natale. Veniamo a com'è nata: nel mio giardino...nel mio giardino, non esageriamo! Nel mio futuro giardino, quello che si spera avrò la prossima primavera, c'è un piccolo alberello tenace. Tenace, perché sta passando incolume attraverso sbancamenti, smottamenti, colpi di ruspa. Di più, ho notato che ha pure fruttificato! Frutti piccoli, che chissà se porterà a maturazione, ma insomma, sta facendo del suo meglio per sopravvivere in attesa che una mano pietosa (la mia!) se ne curi. Dal profumo (inebriante) e dalla forma dei frutti sembrere

orecchiette al pesto di rucola e pomodorini confit

Chi mi conosce a sufficienza sa bene che non sono vegetariana, ma i cibi a base di verdure sono quelli che prediligo. In poche parole, la carne non è esattamente la mia passione. Ecco perché in questo blog sarà difficile troviate ricette con quest'ingrediente, tranne qualche rara eccezione (forse). Quello che vi propongo oggi, dopo che vi ho fatto schizzare l'indice glicemico alle stelle, è una pasta vegetariana, molto gustosa. Al di là del nome altisonante, si tratta di una ricetta semplice, che all'occorrenza può essere scomposta. Ad esempio, il condimento può essere rappresentato dal solo pesto ed i pomodori confit riservati ad un gustoso contorno. Ho cambiato leggermente la ricetta originale (e come no?) che prevedeva la rucola semplicemente scottata ed aggiunta a pasta e pomodorini. L'insieme mi sembrava un po' asciutto così ho preferito fare di testa mia. I pomodori possono essere preparati anche il giorno prima, ma vi consiglio, se lo fate, di farli s

la stroscia

Qualche settimana fa un amico, venuto a farci visita, girellando per le vie di Imperia sbirciando le vetrine in cerca di qualcosa di tipico da riportare alla sua terra natia, scovò un dolce, di cui ignorava l'esistenza. La stroscia. Tornato a casa mi chiese se ne conoscevo la ricetta ed io, naturalmente... mi misi immediatamente a cercarla sul web! Sì, perché solo da poco tempo mi sono "convertita" ai dolci con l'olio (prima non mi piacevano proprio) e quindi ne conoscevo gli ingredienti, pochi e semplicissimi, ma sulle dosi... non si può mica andare a occhio, no? Siti ne trovai diversi, ma poiché esistevano differenze tra una ricetta e l'altra, presi qualcosa qui e qualcosa là, aggiunsi un po' di sesto senso e mi affidai alla fortuna del principiante! Quella prima ricetta, nata a quattro mani, fu perfetta! Non così, purtroppo, quando mi cimentai nella replica... ero così sicura che dopo la prima volta potevo andare in scioltezza, che ne

uno gnocco nella zucca

Uno... si fa per dire... guardate un po' più sotto? Beh, la premessa è che era arrivata l'ora di una ricetta salata e che io sono ghiotta di gnocchi; il seguito che apro uno dei miei libri di cucina e vedo lì, in bella evidenza, una foto che mi attira. La ricetta sembra gustosa, la presentazione simpatica... Al supermercato, un cesto di zucchette della giusta dimensione sembra essere stato messo lì apposta per me. Una me la porto a casa di sicuro, tanto, anche se non la uso subito, si conserva bene per un po'! Ma già in serata me la rigiro pensierosa tra le mani... Ho apportato qualche cambiamento alla ricetta originaria. A margine di pagina veniva anche suggerita una variante che intrigava me ma non Antonio, così... ho preparato tutt'e due i tipi complicandomi assai la vita. Quando ho terminato eravamo immersi in una montagna di gnocchi e per tre giorni il nostro regime alimentare ha avuto una svolta un po' monotematica! Piccola precis

...e con marmellata e burro? fette biscottate!

Se avete voglia (ed un po' di tempo) di impastare ed assistere a quel piccolo miracolo della natura che è la lievitazione, ecco finalmente una cosa che fa per voi. Naturalmente anche questa non è una mia invenzione, mi sono ispirata a ciò che ho visto qui (di nuovo? Beh, cosa ci posso fare se nei lievitati, lei e lui sono una fonte quasi inesauribile?). Ecco dunque la ricetta con le mie variazioni; a fianco e tra parentesi riporto quella originale. L'impasto è fatto col lievito di birra, ma ho già provato ad usare quello naturale... ed il risultato è stato altrettanto buono. Qualunque sia la vostra scelta vi invito a farle; sono profumate, friabili e gustosissime! Con le dosi indicate ho ricavato due “pani” usando stampi diversi da plumcake: uno piccolo (misura 8x20 circa) ed uno normale (10x24). Ingredienti: 500 gr farina 75 gr zucchero 12 gr lievito 2 pizzichi di sale (5 grammi) 260 gr latte        (225 acqua)   =                  

il burro: forse non tutti sanno che...

Il burro si ottiene dalla panna. E questo lo si sa. Almeno lo spero. Ma forse non tutti sanno che... la panna si può ottenere dal burro! Beh, procediamo con ordine... musica di Bach di sottofondo, poltrona comoda ed un buon libro... “Pentole e provette” in questo caso, di Hervé This. Per chi non lo conoscesse, il signor Hervé è un chimico-fisico ed occupa un posto di primo piano presso il Laboratorio di chimica (omissis) del Collège de France a Parigi. Uno studioso con la "s" maiuscola, insomma. Dunque, la panna è un'emulsione (come la maionese, ma anche il latte lo è); questo significa che, grazie alle proprietà delle molecole tensioattive presenti, si tratta, di fatto, di una dispersione di un grasso in una soluzione acquosa (senza tensioattivi ciò non sarebbe possibile: provate a mettere dell'olio in un bicchiere pieno d'acqua!). Bene, andiamo avanti perché quello che vogliamo fare ora è... burro? No, panna montata! E da qui in

una colazione golosa... confettura di pere, noci e cannella

Eh, lo so, è autunno e le giornate uggiose o eccessivamente piovose lo confermano. Allora “trafficare” in cucina diventa più piacevole, non fosse altro che per il gradevole teporino che ne consegue. Una cosa che mi diverte moltissimo (anche in estate), è quella di preparare marmellate... ops... confetture! dai gusti diversi ed a volte imprevedibili. Uno dei primi libri che ho acquistato sull'argomento (Confetture, gelatine e marmellate - De Vecchi editore) è stato veramente illuminante. Non solo è accattivante nell'impostazione, ma dà anche utili suggerimenti circa gli abbinamenti possibili ad ogni specifico tipo di preparazione. Ad esempio, vi potrà essere utile sapere che la confettura che vi propongo viene abbinata con grana, raspadura (raspadura? cos'è?) o altro formaggio ben stagionato. Inutile dire che di lì a creare nuove ricette il passo è stato breve.. Per quanto riguarda lo zucchero io ne diminuisco sempre la dose; troppo, a mio parere, rende

piccole tentazioni di cioccolato ovvero...un petit cadeau de bienvenue

Dunque ... eccomi finalmente al primo post.  Per la verità non si tratta di una vera e propria ricetta, più un regalino, appunto, come recita il titolo, di benvenuto. Per fare queste praline ho usato la tecnica del "temperaggio" col burro di cacao, molto più semplice di quello tradizionale, cosa che, soprattutto per le dosi minime di materia prima utilizzata, sarebbe stata un'impresa improba. Il procedimento è descritto in diversi blog, uno fra tutti questo (dove trovate anche la descrizione del metodo tradizionale), ma ve lo sintetizzo: in pratica si tratta di lasciar raffreddare il cioccolato fuso, io lo faccio a bagnomaria, fino a 34° ed incorporare una piccola quantità di burro di cacao, esattamente l'1%. Se non disponete di un termometro ricordate che la nostra temperatura corporea è un po' superiore ai 34 gradi, pertanto il cioccolato risulterà freddo al tatto. Questa prima ricetta la dedico, come un abbraccio, a due persone speciali, ent