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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

hush puppies... cuciniamo tex-mex

Per prima cosa una notizia; leggete, potrebbe interessarvi.    Questo post ha rischiato di essere è stato* pubblicato anche su un aggregatore di food-blog, eufemisticamente parlando "noioso" come il nome dell'omonima mosca, Tze Tze. Ho ricevuto qualche giorno fa una mail dove il sig Filippo Pittarello mi informava che il mio spazio era stato inserito nei loro elenchi. Stavo ancora cercando di capire il significato di queste parole quando anche Norma , che ringrazio e che ha scritto un articolo al riguardo, mi mette sull'avviso. Questo aggregatore (grafica bruttissima, a mio vedere) non ti chiede o "consiglia", come altri, l'autorizzazione, lui inserisce, e basta. Una sorta, credo, di consenso-assenso. Molti dei blog che seguo sono in quell'elenco, ne dico alcuni: Cielo mio marito, Biscotti rosa e tralalà, A tutta cucina, Fiordilatte... Le pagine-mosca sono infarcite di pubblicità, che rappresenta il guadagno del sito. Io, che non

un challah ed un "pane" multicolor

Volendo partecipare al contest di Anna, Cuochi da biblioteca , ho pensato ad un libro che mi fosse piaciuto in modo particolare e tra i tanti la mia scelta è caduta su: Quando Teresa si arrabbiò con Dio, di Alejandro Jodorowsky. Si tratta in pratica di una saga familiare, anzi, due, riguardanti le ascendenze materna e paterna dello scrittore. Le storie delle due famiglie si intrecciano in Sud America, dopo le varie peripezie attraversate per giungere là dalla Russia. Tutte le vicende sono reali, anche se un po' romanzate ed il racconto è ironico e scorrevole; una scrittura leggera, anche nella descrizione delle tragedie, rende il libro per me unico e coinvolgente fin dalla prima pagina. Per capire il "tono" del racconto basta leggere l'ultima di copertina: Follie, odi, vizi, persecuzioni e miserie di una famiglia cilena di origine ebreo-russa raccontati attraverso i secoli con tumultuosa fantasia, trasfigurati da una memoria esuberante che moltiplica le meravi

segnaposto natalizi... ma anche no

Con questo post concludo la mia "trilogia" natalizia. Un po' immodesta? Beh, ogni scrittore che si rispetti ne ha una non vedo perché non la potrebbe avere anche una food blogger!!! Dopo l'alberello di torrone, che -sottolineo per chi non fosse stato raggiunto dagli echi di questa notiza - ha vinto questo contest di Patrizia (blog I dolci nella mente), dopo i biscotti da utilizzare come chiudipacco per i regali, bisognerà pur pensare ad imbandire la tavola natalizia, no? Bene, ad imbandirla con svariate prelibatezze ci pensate voi, io penso solo ai segnaposto (e che vi credevate, che postassi tutto un pranzo di natale?). Forse sono un po' in ritardo per la tavola del 25 ma pazienza, vuol dire che chi vorrà potrà riciclare l'idea per quella del capodanno. Lasciare la ricetta sarebbe un po' ridicolo... per i grissini si tratta di un semplice impasto "da pane"; arricchite con poco olio se li volete più friabili, altrimenti, per una versione

...e per chiudipacco? Lebkuchen!

E' quasi natale e sono sicura che molte di noi, se non hanno ancora finito, saranno lì a preparare quintalate di biscottini ed altre prelibatezze da regalare. Ma per le confezioni? Io utilizzo spesso proprio gli stessi biscottini, magari tagliati in forma diversa e decorati con glassa reale (quella con l'albume). Anche un biscotto "a cucchiaino" sarà un'idea carina per confezionare marmellate o pacchi di caffé, vasetti di curd o creme al cioccolato fatte in casa.  Nel caso non abbiate l'apposito stampino potete sempre farvelo da soli ritagliando una sagoma in cartoncino per poi ricavare i biscotti seguendone i margini.  Magari per i più sarà un'idea banale... ma chissà che invece per qualcuno non sia una novità. Per i biscotti scuri ho utilizzato la ricetta classica dei lebkuchen, i panpepati di origine tedesca; per quelli chiari, decorati a "fiocco di neve" ho invece usato i frollini all'olio postati da Marina qualche giorno fa, con

castagnaccio pere, noci e cioccolato

Mentre tutte, chi più chi meno, ci stiamo "perdendo" nella preparazione dei nostri quintali di biscotti natalizi, una pausa dolce, gustosa ma senza traccia di colesterolo e con pochissimi grassi, ci sta bene, no? Il castagnaccio è una preparazione classica, rustica, che a me piace molto specie quando riesco a trovare un'ottima farina di castagne come quella che ho utilizzato per fare questo. Avevo in mente una ricetta di Sale e Pepe; la rivista non so più dove l'ho cacciata ma sono andata a memoria. D'altra parte il castagnaccio l'ho sempre fatto; ho quindi solo arricchito con pere, noci e gocce di cioccolato e ne è venuta fuori un'ottima versione che credo rifarò presto. Per la quantità d'acqua io vado un po' a occhio, ma ne aggiungo sempre circa due volte e mezzo la farina; il risultato è una pastella. L'umidità presente farà sì che la superficie del dolce, in cottura, si crepi, come vedete nelle foto; la cosa è normale. Ho provato, nel t

un alberello di torrone morbido

Sono anni che inseguo vanamente la speranza di riuscire, un giorno, a fare il torrone in casa. Torrone sì, ma quello che per me rappresenta il "vero" torrone: quello che per tagliarlo ti fai sempre un po' male al palmo della mano e che per addentarlo rischi ogni volta di spaccarti un dente... insomma, avete capito, quello duro. Dopo l'ennesima disfatta quest'anno ho capitolato... e ne ho fatto la versione morbida. Che dire? Anche se per me continua a non essere quello "vero" è comunque buonissimo e farlo mi ha dato molta soddisfazione. Ho preso, facendo qualche piccola variazione, metodo e ricetta da lei , Paoletta del blog "Anice & cannella" e mi sono impegnata. Ci vuole un po' più di mezz'ora, secondo me, ma non troppo, e ne vale veramente la pena. Una volta ben raffreddato, mi è venuta in mente un'idea per dargli una veste fuori del comune e "regalabile" e l'ho trasformato in un alberello da append

panettone milanese

... proprio quello vero, fatto con la pasta madre. Sono consapevole che ormai molte di noi si cimentano con ottimi risultati in quest'impresa, complice (anche) un libro bellissimo nonostante la grafica d'altri tempi: "Pane e roba dolce", autrici le sorelle Simili. Sarà anche vero che con i loro insegnamenti fare il panettone milanese non è più così complicato, ma tant'è, a me che quel pezzettino di pasta lievitata riesca a far "salire" vertiginosamente un impasto piuttosto appesantito dalla presenza massiccia di burro e uova, sembra sempre un piccolo miracolo della natura. Vado subito alla ricetta, piuttosto lunga. Non c'è nulla di mio, o quasi; scopiazzerò spudoratamente da loro che spiegano benissimo la ricetta passo a passo. Unica accortezza: avere un lievito già abbastanza attivo; il mio purtroppo era abbastanza dormiente ed ho dovuto "rianimarlo" per un paio di giorni in più rispetto al previsto. Il panetto