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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

cappellacci rossi alla robiola e noci

  ... la seconda ricetta del mio "Caffè" pubblicata di A Tavola di questo mese; cappelacci rossi, per la presenza della barbabietola nella pasta. Per gli scettici devo precisare che il sapore dolciastro, tipico di questa radice, non si sente per nulla; mentre la colorazione rossastra è davvero bella e scenografica. Insomma, vale la pena di provarla.  Qualcuno di voi forse conoscerà già la ricetta per averla vista sul mensile, molti altri no; in ogni caso: eccola! Ingredienti (per 6 persone): Per la pasta: 400 grammi di farina 00 una barbabietola (rapa cotta) piccola 2 uova più un tuorlo (se piccole 3 uova) un pizzico di sale Per il ripieno ed il condimento: 420 grammi di Robiola di Roccaverano (è un caprino; sostituitela, se non vi piace, con robiola di latte vaccino) gherigli di 20 noci qualche rametto di maggiorana 30 grammi di parmigiano più qualche cucchiaio per condire sale e pepe q.b. 120 grammi di burro Esecuzione. Per la

di pizzelle, cialde, gaufres, waffeln, e chi più ne ha...

Insomma, come le vogliamo chiamare? Come primo nome ho indicato "pizzelle", primo perché italiano, secondo perché mi sono ispirata alle pizzelle di Loredana . Come spesso succede avevo la ricetta "in attesa" da un paio d'anni, da quando, cioè, comprai lo stampo. Loredana mi chiede di partecipare al gioco che questo mese viene "ospitato" da lei e che prevede che si debba rifare una delle sue ricette. Io scorro per bene tutto il suo blog e trovo davvero tante, troppe cose che mi piacerebbe fare/rifare. Scelgo questo? Beh, magari questo... insomma alla fine mi vengono incontro le sue pizzelle e di lì l'illuminazione. Lo stampo ce l'ho già, ancora fiammante nella sua confezione. Dunque non ci sono più dubbi... La ricetta ricalca quella di Loredana, solo con dosi leggermente diverse e con aggiunta (se ho capito bene una variazione è consentita) di latte. Ho utilizzato, come lei, l'olio anziché il burro, anche se questo è presente nella tot

popovers... il mio "caffé" su A Tavola

Quando, meno di un anno e mezzo fa, ho aperto questo mio piccolo angolo culinario, mai avrei pensato ad una cosa simile. Poche settimane fa ricevo una mail, niente meno che dal Direttore del mensile A Tavola. Già vedendo il mittente la cosa mi è suonata molto strana, quando ho letto il contenuto ho quasi fatto un balzo sulla sedia, sono corsa da mio marito ad annunciargli l'evento (lieto sì, ma non nella consueta accezione...) e mi sono fiondata su skype per farne partecipe anche Tinny (che, al di là di qualche piccolo contrasto, per il quale io non ho nessuna colpa, rimane pur sempre un'amica).   In poche parole mi si chiedevano ben due ricette per il numero di marzo. Dovevo dire di no??? Ma quando mai mi capiterà ancora un'occasione così. Ho detto di sì! Visti i tempi molto ristretti si precisava che sarebbero potute andare bene anche ricette già postate... ma neanche per sogno. Mi sono messa (quasi) subito al lavoro ed ecco cos'ho partorito. Un primo, che

granola

Da un po' di tempo avevo "puntato", su un libro, questa preparazione ma poiché non faccio mai colazione con cereali e latte, autoprodurre questa cosetta scrocchiolosa mi sembrava un po' una perdita di tempo. Poi, complice un pacco di fiocchi d'avena scaduti (ma perché li avevo comprati?), mi sono decisa. Ecco, non è che solitamente io mangi cose scadute... in ogni caso questi sono affari miei ;) ed i fiocchi erano perfettamente conservati sottovuoto. Fatto sta che ho fatto la granola, un po' a modo mio, si capisce. Beh, così ho capito il PERCHE' avevo comprato i fiocchi; la granola crea dipendenza. E' molto semplice e buonissima, sia consumata come snack che in abbinamento a yogurt o latte ed è perfetta per un brunch. Naturalmente si può fare con i più svariati ingredienti e per la prossima volta (tanto per finire il pacchetto di fiocchi) ho già in mente una mistura diversa. Io ho pensato anche di abbinarla così, facendo questi bicchierini mono

riso alla melagrana

Un semplice risotto, reso particolare dall'utilizzo del succo di melagrana. La ricetta originale prevedeva anche un paio di mele, ma a me non l'abbinamento non è piaciuto e non le ho messe (anzi, le ho tolte!). La decorazione del piatto è rappresentata dai semi del medesimo frutto; associato alle mie roselline spampinate (le stesse dei muffins - le foto le ho scattate il medesimo giorno) io lo trovo molto elegante. Non preoccupatevi se vedete qualcosa di strano nelle immagini... sono in corso "prove tecniche di trasmissione". Ingredienti (per 4 persone): 360 grammi di riso carnaroli (o arborio) 2 melagrane una cipolla 50 grammi di burro più una noce per mantecatura finale qualche foglia di salvia un bicchiere di vino bianco secco brodo vegetale q.b. 100 grammi di robiola peperoncino in polvere q.b. sale q.b. Esecuzione: portate a bollore il brodo; ricavate il succo di una melagrana con uno spremiagrumi e sgranate l

muffins in giallo

Dolcetti superveloci, solitamente molto gustosi ed adatti alla prima colazione: i muffins. Questi non fanno eccezione ed io li ho trovati davvero gradevoli... oltre ad avermi consentito di smaltire un bel po' di polenta bramata bio che languiva da tempo nella dispensa. Questo tipo di farina ha conferito ai dolci una grana consistente (texture, la chiamerebbero gli chefs) e piacevolmente "scrocchiolosa". Li ho fatti due volte di seguito (con gran gioia di mio marito, la prima volta; circa la seconda... comincia a dare segni di insofferenza) e confermo che non lievitano molto o, per meglio dire, non formano la solita cupoletta che siamo abituati a vedere nei muffins. Ho inserito un "cuore" di marmellata al mandarino e ci sta benissimo; infine, poiché non vogliamo privarci di nulla, soprattutto nel campo degli abbinamenti cromatici ho anche fatto una cremina di accompagnamento semplicemente frullando delle fettine di ananas e passando il tutto a setaccio. Le

sharlotka o... un'altra torta di mele

Dunque un'altra torta di mele, anche se un po' diversa... e poi che dico? Due, torte di mele, o quasi. La mia curiosità parte da qui , un post particolare che riporta la rivisitazione personale di una torta di mele originaria della Russia dal nome vagamente evocativo di un altro dolce a base del medesimo frutto: "Sharlotka" (non vi ricorda la "Charlotte" di mele?). Spinta dalla mia curiosità, dovuta anche al fatto che la torta non contiene né grassi (eccetto quelli dei tuorli d'uovo) né lievito, cerco di andare alla fonte ed ecco che, a ritroso, trovo questo bel sito americano ; chissà poi se è il primo in cui è stata postata. Ma tant'è, qui mi sono fermata, catturata dalla bellezza delle immagini e da questa torta che sembrava (almeno a me che sono amante delle torte "melosissime") "da sballo". Il risultato è un dolce in cui la presenza delle mele è decisamente preponderante, basta dare un'occhiata alla pro

... e donuts

E dopo i bagel i donuts (doughnuts); questi sì, cara Loredana, tanto amati da Homer Simpson. Non so perché, sarà la forma, ma fino a pochi giorni fa io li avevo sempre un po' confusi; bagel o donuts? Donuts o bagel? Ormai che ho fatto entrambi conosco la differenza... ed è tanta: uno praticamente è un pane (anche se cotto in modo inconsueto) e l'altro un dolce. Tant'è che viene tradizionalmente ricoperto di glassa ed è assimilabile ai "nostri" Krapfen. Dopo questa premessa vi lascio alla ricetta precisando però che io ne ho cercato una che si potesse... cuocere in forno. Lo so, è un po' una bestialità, ma in questo periodo le calorie non mi mancano ed aggiungere anche quelle di un fritto non mi pareva il caso... Dunque, tra le tante "papabili" del web ne ho selezionato due: una da un blog che considero (e non solo io!) un'assoluta garanzia, l'altra invece vista qui (se vi interessa anche questi sono molto belli). Ho fatto un mix s

bagels!

Era "un secolo" che li volevo fare... non sapevo neanche che sapore avessero, anche se lo potevo intuire dagli ingredienti, ma mi attirava tanto la forma. Li avevo visti da Frolla al limone , blog ora inattivo, molto tempo fa e mi erano rimasti impressi. Poi un giorno, parlandone con Tinny , scopro che in un libro molto carino che anch'io ho: "Come si sbriciola un biscotto?", ha appena letto un capitolo dedicato ai bagels. La coincidenza "richiede" che mi dedichi all'impresa (poi lo sapete com'è Tinny, no? "Li devi troppo fare!!!" mi ha detto; vedete un po' voi...), così vado a dare un'occhiata a quel capitolo. Scopro che i bagels hanno una doppia cottura che li rende unici; una bollitura ed un passaggio in forno. La bollitura è importantissima, dev'essere realizzata a regola d'arte (non è stato così per tutti i miei bagels!) ed ha lo scopo di far gonfiare le molecole di amido; la finitura in forno completa la li