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Visualizzazione dei post da aprile, 2016

cucina di confine ligure-provenzale: il brandacujun

Questa settimana il Calendario del cibo italiano - AIFB dà il benvenuto alla Cucina di frontiera . Curiosi? Io molto, perché l'argomento è così vasto che sarà difficile trovare due ricette che si assomiglino e sicuramente tra le tante postate dai sostenitori saranno molte quelle che non conosco.  A parlarci diffusamente dell'argomento sarà Marina , andiamo a leggere cosa ci racconta in proposito! La cucina, per sua natura, è contaminazione; le persone si spostano, in massa seguendo i flussi migratori, o singolarmente, a causa di vicende personali. In ogni caso portano con sé le proprie usanze, insieme ai piatti della propria tradizione; naturale che continuino a cucinarli diffondendoli presso i nuovi amici.  Volete qualche esempio? Pensate alla cucina siciliana, così intrisa di sapori e abbinamenti di derivazione araba, e solo pochi giorni fa parlavamo della carabaccia , piatto toscano emigrato in Francia insieme a Caterina de' Medici per essere trasformato

le focaccine di scarola di Totò

Ammetto che da piccola non mi piaceva; ho cominciato ad apprezzarlo crescendo. Di chi parlo? Ma di Totò, naturalmente! E che c'entra Totò in un blog di (suppergiù) cucina?  C'entra, c'entra... c'entra, perché forse non tutti sanno che - e ammetto i miei limiti: io stessa fino a poco tempo fa lo ignoravo! - Totò era un gourmet, un amante della buona tavola, lui stesso si dilettava a far cucina . Lo scopro grazie al Calendario del cibo italiano - AIFB che proprio per oggi ha previsto una Giornata a lui dedicata .  A parlarci di Totò buongustaio sarà Lucia , che voglio ringraziare tantissimo perché m'è bastato solo chiederle lumi che s'è subito prodigata a fornirmi le copie delle ricette contenute nel libro scritto dalla figlia dell'attore, Liliana. Grazie Lucia! Mio padre amava mangiare , racconta la figlia , forse anche per la tanta fame patita in gioventù. Le ricette contenute nel libro dal titolo Fegato qua, fegato là, fegato fritto e bacc

è lei? Signori: la pizza bianca romana!

Ma sì, io dico che è lei... pur non avendola mai assaggiata. E ora mi domando: possibile? Ho una vasta cuginanza che abita nei pressi di Roma e quando son stata "giù" - giù perché io abito in Liguria, quindi per il sud vado in discesa! - non m'è mai capitato di assaggiarla? Beh, io non la ricordo e se la discrimine è tra l'ho assaggiata, ma non m'è rimasta impressa e non ho mai avuto il piacere d'incontrarla , preferisco la seconda, perché se fosse la prima ero ubriaca, o dormivo, o non ero io, ma un mio alter ego. Insomma, che devo dire? Complice il Calendario del cibo italiano - AIFB , che ha voluto dedicare la giornata odierna alla Pizza bianca romana - e vi consiglio di godervi, mai termine fu più appropriato, il post di Cristina che ci svelerà tutti i segreti di questo meraviglioso prodotto della panificazione -, mi sono rimboccata le maniche e l'ho fatta... tre volte. Sì, perché io, abituata alla genovese, non mi sono subito resa cont

carabaccia: non la solita zuppa (di cipolle)!

  C'era una volta... il Calendario del cibo italiano - AIFB ? Beh, no, quello c'è tuttora, io sto parlando di Caterina de' Medici . Discendente di Lorenzo il Magnifico, di cui era la pronipote, giunse in Francia nel 1547 per convolare a giuste nozze - passatemi l'espressione d'altri tempi, visto che parliamo del 1500! - con il reggente al trono, Enrico II. La sua figura è controversa e legata a leggende nere. Ricordo di aver visto, diversi anni fa, il film tratto dal libro di Dumas, La Regina Margot . Caterina veniva dipinta come una donna avida di potere, che non esitava a eliminare fisicamente gli avversari della Corona ricorrendo a veleni e massacri, come quello della notte di S. Bartolomeo. Sicuramente come moglie, madre e suocera di sovrani di Francia, influenzò non poco la politica del tempo, ma il XX secolo ha rivalutato la sua figura, restituendocela come regina attenta ai sudditi e fine "tessitrice" di azioni volte alla pace e riconc

spaghetti all'asparago viola d'Albenga e limone

  Tutto nasce... dal Calendario AIFB ! La "Giornata" di oggi, infatti, è dedicata all'asparago, una delle verdure primaverili per eccellenza. Chi ci sa raccontare tutto sull'asparago è Daniela , io mi limito a qualche notizia di carattere generale - giusto per non far la figura di chi non è in grado d'informarsi - per rivolgere poi la mia attenzione alla varietà utilizzata nella ricetta: il violetto d'Albenga. La parte commestibile della pianta, il turione, non è altro che il suo germoglio, fin qui tutti d'accordo. Un po' più di confusione c'è per quanto riguarda l'origine del nome, mediato sicuramente dal greco aspharagos , ma di provenienza persiana. E qui i pareri di dividono: c'è chi lo fa derivare dal termine asparag (germoglio), chi da cperegh (punta, dentello), chi ancora da sperega , ma a noi, in fondo, che importa? Sappiamo che era coltivato in Mesopotamia e apprezzatissimo dai Romani che già nel 200 A.C. scrivevano circa